Allied

Il film racconta la storia di due spie alleate che si innamorano durante una missione antinazista a Casablanca. I due si trasferiscono a Londra, si sposano e hanno una bambina. Ma un giorno i capi di Max (Brad Pitt) lo convocano per informarlo dell’esistenza di prove secondo cui la moglie (Marion Cotillard) sarebbe una spia nazista. Nei giorni successivi verrà accertata la verità tramite false informazioni fornite volutamente alla donna: se Marianne risulterà colpevole, il marito stesso dovrà giustiziarla.
Ad una prima lettura il film sembra parlare di amore e passione, in realtà va oltre a questo. Grazie ad una buona regia e ad una superba e adrenalinica colonna sonora, ci ritroviamo vittime di una forte tensione: non sappiamo cosa succederà, non sappiamo se Marianne sia innocente o colpevole, non sappiamo se Max le crederà oppure no. Il finale è purtroppo più prevedibile di quanto si creda ma ad aggiungere tensione e dubbi è certamente Marion Cotillard che con il suo sguardo inquieta chiunque la guardi (e ovunque lei reciti accade questo). Il film è insomma molto gradevole e appassionante ma soprattutto ha il merito di portarci in un’epoca e in un mondo, la seconda guerra mondiale, in cui ancor meno di oggi si poteva esser sicuri della sincerità e della lealtà di chi ci stava intorno. Quanto conosciamo chi amiamo? Quando possiamo iniziare a fidarci pienamente? Forse però ciò che questa storia ci insegna è proprio che alla fine non importa se sia giusto fidarsi o meno, importa solo se si è disposti a farlo.

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