(Not) The Greatest Showman

The Greatest Showman è un film spettacolo che parla di spettacolo. Anzi canta, salta e balla. Le canzoni sono stupende e sono magnificamente cantate dai membri del cast dotati tutti di una voce stupefacente. L’adulta che sono oggi è per un attimo sparita per lasciare posto alla sua lontana versione adolescenziale quando Zac Efron ha iniziato a cantare e ballare: sapete, reminiscenza di High School Musical. A parte gli scherzi per quanto riguarda gli altri membri del cast molti sono quelli di cui sinceramente ignoravo le doti canore: di Hugh Jackman già avevamo avuto numerose prove ma di Zendaya, Rebecca Ferguson e Michelle Williams io non avevo idea.

Devo dire che il film nel complesso non mi ha lasciato molto. Sarà che forse la storia (vera, tra l’altro) è raccontata in modo un po’ banale. Sarà che forse tutto resta su un piano piuttosto superficiale senza scendere mai troppo nel profondo. Penso per esempio alle storie interpersonali ma non solo. In generale credo che dagli spunti che c’erano potesse uscire fuori un film migliore e quindi per questo dico che nel complesso il film non mi ha lasciato molto. Non mi ha coinvolta molto, non mi ha emozionata molto. E purtroppo penso proprio che uno degli scopi principali di uno spettacolo sia questo: emozionare il suo pubblico.

Ciò nonostante un film che si propone come uno spettacolo deve essere poi per davvero uno spettacolo e The Greatest Showman di sicuro lo è. Non direi che sia proprio il più grande show però di sicuro è degno del suo nome. È uno show. È uno spettacolo di ballo e soprattutto canto. Canti solitari o corali, tristi o allegri, potenti o rassegnati. Una cosa è sicura: anche a distanza di giorni non si può far altro che canticchiare molte delle sue canzoni e sono sicura che con altre pure a distanza di mesi mi scenderà ancora qualche lacrimuccia.

Voto: 6,5/10.